La Villa Comunale o Parco Urbano di San Sebastiano al Vesuvio è uno dei posti più incantevoli presenti sul nostro territorio. Sospesa fra il Vesuvio ed il mare offre degli scorci panoramici su Napoli e la sua costa davvero unici. Si tratta di un parco terrazzato che si estende su una superficie di circa 18.000 mq ed offre ampi spazi per l’organizzazione di eventi. Sicuramente è un posto molto caro ai giovani cittadini sebastianesi, in tanti ci hanno trascorso l’adolescenza, magari approcciato con il primo amore.
Dispiace constatare che, ormai da qualche anno, la Villa Comunale ha perso il suo splendore, offesa da atti vandalici e decisioni scellerate che l’hanno condotta in uno stato di ingiustificato abbandono. In particolare lasciano perplessi e fanno riflettere le vicende dell’ultimo anno, in cui il Parco Urbano tutto è sembrato, tranne che affare dei cittadini. Il 28 dicembre del 2010, arriva la notizia che lo vedrebbe, nella sua parte superiore, per una superficie complessiva di 6000 mq, assegnato alla Curia per la costruzione di una nuova chiesa, da affiancare all’unica presente sul territorio. IL 19 aprile del 2011 il Parco Urbano, chiuso fino a quel momento, viene riaperto e torna ad essere fruibile al pubblico nella sua interezza, guarda caso il mese successivo si terranno le nuove elezioni amministrative. A giugno la concessione della sua gestione all’ “Arci Movie” che, come ogni anno, propone al suo interno una rassegna serale di cinema all’aperto. Segue a luglio la chiusura del parco per motivi legati alla sicurezza e nel giro di una settimana, senza che siano fornite informazioni a riguardo, la sua riapertura. A settembre la chiusura definitiva.
Alla fine del mese di maggio siamo stati all’interno del Parco Urbano per una passeggiata. Abbiamo trovato una situazione tutto sommato decorosa nella parte inferiore, mentre la superiore versava in uno stato di evidente abbandono: muretti divelti, impianto elettrico in parte devastato. Allo stesso tempo abbiamo constatato che le condizioni di sicurezza dei cittadini potrebbero essere ripristinate in tempi non biblici e con una spesa non proibitiva, senza ovviamente puntualizzare sull’estetica. La nostra attenzione è stata inoltre calamitata dalla presenza di due aree gioco con numerosi giochi per bambini, utilizzati dalle famiglie che erano al suo interno in alternativa alla classica bicicletta ed al pallone.
Purtroppo San Sebastiano non offre altri spazi pubblici in cui le famiglie possano portare a giocare i loro piccoli. Nessuna delle piazze presenti sul territorio risulta attrezzata con aree gioco. Intanto la Villa Comunale resta chiusa e non trapelano notizie circa la sua riapertura al pubblico, non solo per singoli eventi. Il punto è che anche i giochi presenti al suo interno sono costretti a marcire per l’incuria ed il mancato utilizzo, parliamo di altalene, scivoli, dondoli. Una situazione del genere, considerando la mancanza di fondi nelle casse comunali e l’esigenza delle tante famiglie, non è ammissibile. Perché non individuare uno spazio in cui portare i giochi presenti in Villa Comunale almeno fin quando non sarà riaperta al pubblico? Così facendo si potrebbero restituire alla cittadinanza ed allo stesso tempo dare decoro a qualche altra area del paese. Ricordiamo che anche la “Piazza 19 marzo 1944”di via Piromallo è, senza giustificazione, chiusa ormai da molti anni. Si spera che la riapertura del Parco Urbano avvenga quanto prima e che la cessione di parte della sua superficie alla Curia sia davvero vantaggiosa come promosso, ma nell’attesa meglio salvare il salvabile.
lunedì 5 dicembre 2011
Parco Urbano chiuso, e le aree gioco?
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Negli ultimi anni, il parco urbano di San Sebastiano al Vesuvio ha subito un costante, ma inesorabile declino, a causa di manutenzione ridotta al lumicino e di scelte dell'amministrazione discutibili. Il parco, sulla carta, dovrebbe essere fruibile per 7 mesi l'anno (inizio aprile - fine ottobre), ma abbiamo avuto modo di constatare che non è così. Un vero peccato per un'area che era il vanto del nostro piccolo Comune. A questo punto, tentiamo di salvare il salvabile, recuperando le attrezzature da gioco per i bambini e collocandole, ad esempio, nei giardinetti di Piazza Belvedere.
RispondiEliminaCaro Oce@ano,
RispondiEliminaquello che tu hai documentato con il tuo brillante post è la fotografia di questo paese da anni. Il parco di San Sebastiano era una gioiello architettonico troppo, evidentemente importante, per un paese governato da analfabeti. Un regalo ingeneroso. I ricordi al parco sono legati per la maggior parte alla mia infanzia, quando con amichetti ci divertivamo a scorazzare con la mountain bike a tutta velocità dal livello più alto del parco fino all'ingresso con grande spavento dei passanti. Ricordo, che tra una pedalata e l'altra, ci soffermavamo ad ammirare il paesaggio... quella grande montagna che spuntava dagli alberi ci imbarazzava e ci rendeva al tempo stesso orgogliosi del nostro comune vero fiore all'occhiello dell'intero napoletano. Purtroppo le cose col tempo sono cambiate, così come sono cambiate le persone. Caro Oce@no, si, proprie le persone. Sono queste che rendono un posto migliore o peggiore.
Saluti a tutti.
Il destino dei parchi "pubblici" lo si può accomunare a quello delle strutture sportive del paese. Tante, troppe per esser gestite dal comune. Rischiano in buona parte di diventare private, non solo per l'affidamento ma anche per la proprietà.
RispondiEliminaTemo che ciò possa accadere anche per il parco comunale, ormai già in parte della curia e così via per il nuovo belvedere e l'intera struttura di quello vecchio.
La logica della "città del tempo libero" a suo tempo preconizzata dal sindaco non mi convinceva allora e tantomeno oggi.
Condivido i tuoi timori Arn@u. Sono anche del parere però che l'affidamento delle strutture ai privati, se gestito nel giusto modo e con trasparenza, possa portare grossi benefici. Purtroppo non so se ci siano esempi sul nostro territorio che possano avvalorare la mia tesi. Dalle ultime vicende sembrerebbe di no. Ricordo le parole di De Bernardini durante il penultimo consiglio comunale. Si professò contro le privatizzazioni per orientamento politico e poi aggiunse (cito a memoria le sue parole): "Qui si fa un doppio danno, perchè non solo si privatizza, ma non si ricava dalla privatizzazione nessun vantaggio per la collettività". Questo sicuramente è da evitare.
RispondiEliminaAppunto Oce@no, se tu hai delle strutture e non riesci, per problemi contingenti, a gestirle allora, opportunamente, le dai in gestione ai privati. Si ottiene così che la struttura va avanti, offrendo un servizio alla comunità, il comune non affronta spese gravose e inoltre ci guadagna qualcosa. Il problema però sta proprio lì, nel fatto che se tu, pur sapendo che non potrai mantenerle, le realizzi lo stesso! Io ci vedo come minimo un po' di malafede, ben supportata dai paraocchi di una ostinata faziosità.
RispondiEliminache tristezza,io ho dato il mio primo bacio alla villa comunale...e poi i filoni,le serate con gli amici...e mò è chiusa proprio!che vergogna!!di bernardini ha proprio ragione....e poi la chiusura del parco è proprio simbolo di un paese decadente...
RispondiEliminaOgnuno di noi custodisce gelosamente i ricordi delle giornate trascorse allegramente in Villa comunale. La sua chiusura è l'emblema del tracollo subito dal nostro paese negli ultimi anni :-(
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