sabato 19 novembre 2011

Per metà Percorso, metà Biglietto


Il 13 novembre abbiamo percorso il sentiero del Gran Cono partendo dal rifugio Imbò. Sul sito dell’Ente Parco, così come sul cartello esposto all’interno della biglietteria si legge: “A chi acquista il biglietto presso il rifugio Imbò …. suggeriamo di seguire il percorso completo che riporta al rifugio (tempo di visita orientativo 1 ora e 20): una opportunità irripetibile per godere della natura e dei panorami straordinari su entrambi i fronti del cratere, i così detti versante ‘Torrese’ e ‘Matrone’ “. Ovviamente siamo intenzionati a seguire il suggerimento ed a percorrere l’anello che ci avrebbe riportati al rifugio, così come indicato nella promozione dell’escursione. Ci viene riferito che il sentiero ha subito dei danni a causa dell’acquazzone del 6 novembre, ma, circa la sua percorribilità, la parola ultima spetta alle guide vulcanologiche. Saliti sul cratere abbiamo sollevato la questione. Purtroppo, così come temevamo, ci viene fatta notare subito l’impossibilità di completare l’anello ritornando alla Imbò. Il problema non è certo l’acquazzone del 6, che lo ha reso impraticabile solo per le navette che salgono da Boscotrecase, e non per gli escursionisti a piedi, ma sembra legato ad una questione di competenze. In "soldoni", non si può percorrere il giro completo per la mancanza di un accordo fra la società che gestisce il servizio biglietteria sul fronte ercolanese, e quella che gestisce il trasporto dei visitatori, a mezzo navetta, dal versante boschese, attraverso gli otto chilometri della via Matrone. Tale servizio, detto di “Busvia del Vesuvio”, viene effettuato da un’azienda privata, in sinergia con il Parco Nazionale del Vesuvio e la Provincia di Napoli, che ha anche il compito della gestione e manutenzione del tracciato. Apprendiamo inoltre che tale sentiero può essere percorso esclusivamente in navetta fino alla biglietteria del versante matrone e ciò per il timore che gli escursionisti a piedi possano danneggiarlo o sporcarlo lasciando in giro rifiuti. Un modo ci sarebbe per percorrere il giro completo: essere autorizzati da una parte e dall’altra (versanti ercolanese e boschese) e prendersi la responsabilità dell’escursione. L’ideale sarebbe farsi accompagnare da una guida CAI ben referenziata. Altra storia è quella del giro completo del cratere fruibile solo con un permesso speciale rilasciato dall’Ente Parco e dopo una prenotazione. Ci viene spiegato che, a seguito della prenotazione, le guide Vulcanologiche avrebbero provveduto ad ispezionarlo, valutando la percorribilità della parte non aperta la pubblico, assai precaria in condizioni atmosferiche sfavorevoli. Solo dopo il pagamento di una “cifra forfettaria”, variabile in base al numero di persone da accompagnare avrebbero provveduto a condurre i visitatori; costo del biglietto per la visita al Gran Cono a parte. Giunti alla Capannuccia, una corda impedisce di procedere oltre. Si intravede la parte iniziale del rimanente sentiero ben manutenuta e protetta dalla palizzata in legno. Ci viene confermato che procedere è impossibile in quanto sono necessari: un permesso dell’Ente Parco, uno della Forestale ed una guida naturalistica assegnata all’uopo. Il versante boschese è infatti riserva integrale per cui sembra che la forestale e l’Ente Parco abbiano imposto la loro presenza durante le escursioni che lo riguardano. Chiaramente la guida andrebbe pagata a parte, “ un costo irrisorio, perché l’Ente ha tutto l’interesse di promuovere la conoscenza del Parco e la sua tutela attraverso l’impiego delle guide” ed al costo delle guida, che ci avrebbe accompagnati a partire dal rifugio Imbò, andrebbe sommato nuovamente quello del biglietto per la salita al Gran Cono. Ci viene fatto capire che tutto ciò, vale anche per praticare gli altri sentieri del Parco. Informazioni un po’ diverse da quelle che la guida vulcanologica ci aveva dato. Intanto, a causa dei danni provocati dal maltempo, sembra che la strada “Matrone” rimarrà chiusa fino al marzo del 2012. Fra i progetti futuri dell’Ente Parco, l’esternalizzazione dei servizi di accompagnamento, di visite guidate ai sentieri e di promozione dell’offerta turistica. Una situazione che sembra destare molta preoccupazione fra le guide vulcanologiche del presidio permanente Vulcano Vesuvio. Alla Capannuccia, un turista è impegnato a polemizzare con l’addetto. Giustamente ritiene di aver pagato un biglietto troppo costoso per compiere un cammino tutto sommato breve e diverso da quello promosso. Non possiamo che condividerne le perplessità. Troppa confusione e poca chiarezza sulla gestione dei sentieri del Parco. A questo punto perché pagare 5€ 0 8€, a tanto ammonta il biglietto, per una passeggiata a metà? Per metà percorso, metà biglietto.

5 commenti:

  1. La situazione che abbiamo vissuto sulla nostra pelle ha del paradossale. C'è carenza d'informazioni e se ci sono, contrastano tra di loro. Tutto ciò, chiaramente, va a discapito dei fruitori del sentiero, che scendono a valle delusi per non aver potuto compiere il giro completo del numero cinque. Lo stesso Presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, Ugo Leone, da noi contattato, non ha chiarito la questione della percorribilità.

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  2. Da discreto conoscitore della sentieristica vesuviana posso asserire che quelle addotte dalle "guide" vulcanologiche non sono altro che scuse. La sentieristica è ai minimi termini e nessuno si sogna di andare a mettere divieti per la sicurezza di chi li percorre, tranne lì, presso il Gran Cono! Mi sembra plausibile pensare che ci siano interessi più che pericoli a impedire l'accesso dal lato orientale. Per interessi intendo non solo quelli tra le guide vulcanologiche e le bistrattate guide ambientali, abilitate dal Parco, ma anche tra i vari settori delle stesse guide vulcanologiche. Intendo dire che è possibile che ci sia una sorta di accaparramento della gran massa di turisti dai due accessi esistenti, quello che prende il flusso turistico da quota 1000, quello più tradizionale e quello presso la capannuccia che prende il flusso turistico della busvia del Vesuvio, di più recente istituzione e potrebbe prendere anche i turisti che seguono il sentiero che parte dall'Imbò.
    Ad ogni modo, per chi volesse percorrere quel tratto, con un po' di pazienza, vi accederà dal sentiero n°1, lasciando l'autovettura a Ottaviano e risalendo il sentiero fino alla Valle dell'Inferno. Se qualcuno poi volesse fare tutto il giro del Cratere, quello in quota per intenderci, sappiate che è vietato e anche abbastanza pericoloso!

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  3. L'esistenza di interessi concorrenti è fuori dubbio. Il giro completo del cratere non è mai stato nelle nostre intenzioni. Anche io ho l'impressione sia piuttosto pericoloso.

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  4. non è pericoloso per nulla,... e sulla "camorra" delle guide potrei raccontarvene una bella.. qualcuno già conosce la storia..

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  5. Sarei proprio curioso di conoscerla anche in sede privata.

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