Il pranzo del giorno della
festa aveva delle ben precise
caratteristiche. Il primo piatto era la polenta, preparata con farina di
granturco, la cui coltivazione era in zona molto diffusa.
La preparazione della polenta richiede una certa abilità; essendo la farina di granturco ricca di glutine, è necessario rispettare i giusti tempi di cottura e la giusta proporzione degli ingredienti. In caso contrario si ottiene una poltiglia molle più simile ad una purea.
Ogni donna doveva essere abile nella preparazione della polenta, e sufficientemente paziente da rispettare il suo lungo tempo di cottura. Si tramanda un aneddoto secondo cui, in occasione della festa, un uomo chiese alla sua donna di preparargli il tradizionale piatto. La donna, poco dedita alle faccende domestiche e più interessata alle chiacchiere di paese, arrivò ad ora di pranzo che ancora non aveva preparato niente. Di fretta e furia cercò di rimediare all’ultimo momento "arrangiando" la succulenta polenta che vuoi per l’errato dosaggio degli ingredienti, vuoi per la fretta ed il mancato rispetto dei tempi di cottura non voleva saperne di solidificarsi. Fu così che la donna corse in chiesa, portando con se il paiolo con la polenta. Dinanzi a San Sebastiano implorò: San Bastià ntuostela tu! (San Sebastiano induriscila tu) La grazia dal santo fu ottenuta ed il pranzo salvato.
Il secondo piatto era costituito dal polpettone, cotto nel sugo di pomodoro e farcito con uva passa. Il sugo era anche utilizzato per irrorare la polenta rendendola più appetitosa. Si completava con la frutta secca, fichi essiccati al sole e l’immancabile pane. Il giorno della vigilia della festa, essendo vietato il consumo della carne, si era soliti consumare la ricotta. I più anziani ancora ricordano le tradizionali bancarelle su cui la ricotta faceva bella mostra.
Oggi non tutti rispettano ciò che la tradizione impone, soprattutto per quanto riguarda la polenta, da molti considerata piatto più vicino alle tradizioni del nord Italia. Molti sono soliti mangiare la lasagna connubio ottimo fra la fresca ricotta e le immancabili polpette.
Le tradizioni sono però ancora contemplate nelle sagra paesane, quella della polenta, appunto, del giorno 20, organizzata dall’ associazione Aquilone e quella tenutasi ieri sera in Piazza Belvedere in cui si potevano gustare zuffritte, salsicce e friarielli, probabilmente più legati al consumo di oggi che a quello di ieri.
Buon appetito!
La preparazione della polenta richiede una certa abilità; essendo la farina di granturco ricca di glutine, è necessario rispettare i giusti tempi di cottura e la giusta proporzione degli ingredienti. In caso contrario si ottiene una poltiglia molle più simile ad una purea.
Ogni donna doveva essere abile nella preparazione della polenta, e sufficientemente paziente da rispettare il suo lungo tempo di cottura. Si tramanda un aneddoto secondo cui, in occasione della festa, un uomo chiese alla sua donna di preparargli il tradizionale piatto. La donna, poco dedita alle faccende domestiche e più interessata alle chiacchiere di paese, arrivò ad ora di pranzo che ancora non aveva preparato niente. Di fretta e furia cercò di rimediare all’ultimo momento "arrangiando" la succulenta polenta che vuoi per l’errato dosaggio degli ingredienti, vuoi per la fretta ed il mancato rispetto dei tempi di cottura non voleva saperne di solidificarsi. Fu così che la donna corse in chiesa, portando con se il paiolo con la polenta. Dinanzi a San Sebastiano implorò: San Bastià ntuostela tu! (San Sebastiano induriscila tu) La grazia dal santo fu ottenuta ed il pranzo salvato.
Il secondo piatto era costituito dal polpettone, cotto nel sugo di pomodoro e farcito con uva passa. Il sugo era anche utilizzato per irrorare la polenta rendendola più appetitosa. Si completava con la frutta secca, fichi essiccati al sole e l’immancabile pane. Il giorno della vigilia della festa, essendo vietato il consumo della carne, si era soliti consumare la ricotta. I più anziani ancora ricordano le tradizionali bancarelle su cui la ricotta faceva bella mostra.
Oggi non tutti rispettano ciò che la tradizione impone, soprattutto per quanto riguarda la polenta, da molti considerata piatto più vicino alle tradizioni del nord Italia. Molti sono soliti mangiare la lasagna connubio ottimo fra la fresca ricotta e le immancabili polpette.
Le tradizioni sono però ancora contemplate nelle sagra paesane, quella della polenta, appunto, del giorno 20, organizzata dall’ associazione Aquilone e quella tenutasi ieri sera in Piazza Belvedere in cui si potevano gustare zuffritte, salsicce e friarielli, probabilmente più legati al consumo di oggi che a quello di ieri.
Buon appetito!
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