I coniugi Orsino restano nella loro abitazione, il pignoramento dell’ abitazione slitta al sette di settembre prossimo. I giornalisti presenti gli hanno fatto da “ scudo “. Molti cronisti sono precipitati alle nove in punto nella villetta in via delle Acacie n° 6 , dopo che Luigi Orsino e sua moglie Giuseppina Esposito , avevano minacciato di darsi fuoco nella loro dimora all’arrivo dell’ ufficiale giudiziario. Nessuna spiegazione in merito al nulla osta inaspettato, ma che ha riempito di gioia i coniugi Orsino, che potranno rimanere “ eccezionalmente” (a detta dell’ ufficiale giudiziario) nella loro casa per ancora pochi mesi. “Probabilmente la Polizia di Stato ha rifiutato al Prefetto il mandato di pignoramento perché la mia sicurezza- spiega Luigi- potrebbe essere a rischio una volta buttato in una strada”. Ancora un altro ostacolo da superare per i coniugi Orsino, già noti alla cronaca locale per aver denunciato i loro estorsori ed aver cominciato un percorso verso la legalità. Luigi Orsino, si è subito ritrovato, dopo la denuncia, a fare i conti con due diversi percorsi, da un lato il civile che va avanti con i pignoramenti, dall’altro quello penale che procede lentamente. La casa in questione, resta oramai, l’unico bene che rimane alla famiglia Orsino, che tutt’ ora non ha una alternativa alla strada. A questo quadro disastroso, si aggiungono le periodiche intimidazione da parte dei malviventi, che continuano ad esasperare le giornate, oramai cupe, di Luigi, sua moglie Giuseppina e suo figlio. “Speriamo quanto meno – conclude Luigi in un velo di dolore- di poter aver accesso, una volta in strada, ai fondi di solidarietà, che ci permetterebbero di rientrare nel tessuto produttivo”. Accanto alla famiglia, il presidente dell’ ufficio anti- racket di Portici, Sergio Vigilante, che fin dall’ inizio ha cercato di rimettere a posto i pezzi di questo tortuoso mosaico , rimanendo vicino alla famiglia.
Brutta storia! E chi ne fa le spese è sempre la gente onesta e la normalità
RispondiEliminaCiro
Esprimo la mia solidarietà alla famiglia Orsino per l'incubo che stanno vivendo da qualche anno a questa parte.
RispondiEliminaOvviamente anche tutta la mia solidarietà. Purtroppo queste situazioni non fanno altro che incutere timori in chi il racket lo subisce.
RispondiEliminaCosì non si incentivano le persone a denunciare, ma a subire.
Concordo ma come si fa a dargli torto? Possiamo confidare in uno stato pressoché assente?
RispondiEliminaInoltre sottolineerei il ruolo che lo strozzino ha nella nostra società e che sembra aver colpito anche il signor Orsino; quello che molto spesso si presenta nei panni dell'amico o del conoscente, quello che ti "votta arinto" e poi se ne lava le mani o meglio ti fa "pulito, pulito"!
Ciro
Chi è artefice del suo male pianga se stesso... Credo che infondo se la siano andata un pò a cercare, sono stati degli sprovveduti ed ora pagano le conseguenze. La camorra non è una banca a cui ci si può rivolgere.
RispondiEliminaSaluti
FB
Beh, io ci andrei cauto con le accuse, anche se, la scarna franchezza di FB evidenzia un grave problema, che da tempo immemorabile si insinua nella nostra società, utilizzando i metodi più subdoli per irretire chi si trova in difficoltà.
RispondiEliminaCiro
Ciro vedo con piacere che condividi il mio pensiero, in effetti sono stato molto franco ma non ho nulla contro queste persone ci tengo a precisarlo (povere vittime del sistema), sono una persona molta diretta e schietta e dico sempre quello che penso. Esistono altri modi per affrontare i problemi il primo è DENUNCIARE SUBITO e loro non l'hanno fatto. Secondo punto: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!
RispondiEliminabye
FB