giovedì 30 giugno 2011

Il caso Orsino

"Il caso Orsino - Denuncia il racket e l’usura, finisce sul lastrico e rischia di perdere la casa: la storia di Luigi Orsino", questo è il titolo dell'articolo a firma di Luana Paparo, pubblicato ieri, 29 Giugno 2011, sulle pagine del quotidiano "L'Ora Vesuviana". Di seguito il testo integrale.
I coniugi Orsino restano nella loro abitazione, il pignoramento dell’ abitazione slitta al sette di settembre prossimo. I giornalisti presenti gli  hanno fatto da “ scudo “. Molti cronisti sono precipitati alle nove in punto nella villetta in via delle Acacie n° 6 , dopo che Luigi Orsino e sua moglie Giuseppina Esposito , avevano minacciato di darsi fuoco nella loro dimora all’arrivo dell’ ufficiale giudiziario. Nessuna spiegazione in merito al nulla osta inaspettato, ma che ha riempito di gioia i coniugi Orsino, che potranno rimanere “ eccezionalmente” (a detta dell’ ufficiale giudiziario) nella loro casa per ancora pochi mesi. “Probabilmente la Polizia di Stato ha rifiutato al Prefetto il mandato di pignoramento perché la mia sicurezza- spiega Luigi- potrebbe essere a rischio una volta buttato in una strada”. Ancora un altro ostacolo da superare per i coniugi Orsino, già noti alla cronaca locale per aver denunciato i loro estorsori ed aver cominciato un percorso verso la legalità. Luigi Orsino, si è subito ritrovato, dopo la denuncia, a fare i conti con due diversi percorsi, da un lato il civile che va avanti con i pignoramenti, dall’altro quello penale che procede lentamente. La casa in questione, resta oramai, l’unico bene che rimane alla famiglia Orsino, che tutt’ ora non ha una alternativa alla strada. A questo quadro disastroso, si aggiungono le periodiche intimidazione da parte dei malviventi, che continuano ad esasperare le giornate, oramai cupe, di Luigi, sua moglie Giuseppina e suo figlio. “Speriamo quanto meno – conclude Luigi in un velo di dolore- di poter aver accesso, una volta in strada, ai fondi di solidarietà, che ci permetterebbero di rientrare nel tessuto produttivo”. Accanto alla famiglia, il presidente dell’ ufficio anti- racket di Portici, Sergio Vigilante, che fin dall’ inizio ha cercato di rimettere a posto i pezzi di questo tortuoso mosaico , rimanendo vicino alla famiglia.

7 commenti:

  1. Brutta storia! E chi ne fa le spese è sempre la gente onesta e la normalità
    Ciro

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  2. Esprimo la mia solidarietà alla famiglia Orsino per l'incubo che stanno vivendo da qualche anno a questa parte.

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  3. Ovviamente anche tutta la mia solidarietà. Purtroppo queste situazioni non fanno altro che incutere timori in chi il racket lo subisce.
    Così non si incentivano le persone a denunciare, ma a subire.

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  4. Concordo ma come si fa a dargli torto? Possiamo confidare in uno stato pressoché assente?
    Inoltre sottolineerei il ruolo che lo strozzino ha nella nostra società e che sembra aver colpito anche il signor Orsino; quello che molto spesso si presenta nei panni dell'amico o del conoscente, quello che ti "votta arinto" e poi se ne lava le mani o meglio ti fa "pulito, pulito"!
    Ciro

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  5. Chi è artefice del suo male pianga se stesso... Credo che infondo se la siano andata un pò a cercare, sono stati degli sprovveduti ed ora pagano le conseguenze. La camorra non è una banca a cui ci si può rivolgere.
    Saluti
    FB

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  6. Beh, io ci andrei cauto con le accuse, anche se, la scarna franchezza di FB evidenzia un grave problema, che da tempo immemorabile si insinua nella nostra società, utilizzando i metodi più subdoli per irretire chi si trova in difficoltà.
    Ciro

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  7. Ciro vedo con piacere che condividi il mio pensiero, in effetti sono stato molto franco ma non ho nulla contro queste persone ci tengo a precisarlo (povere vittime del sistema), sono una persona molta diretta e schietta e dico sempre quello che penso. Esistono altri modi per affrontare i problemi il primo è DENUNCIARE SUBITO e loro non l'hanno fatto. Secondo punto: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!
    bye
    FB

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