lunedì 4 marzo 2013

Capitozzatura, una pratica vergognosa!

La perversa pratica del capitozzare gli alberi ha assunto una diffusione allarmante, confermandosi la principale minaccia per gli alberi dei nostri paesi, riducendone drammaticamente la longevità e trasformandoli in fonti di rischio in aree ad alta densità. 
A San Sebastiano al Vesuvio gli esempi di capitozzatura abbondano. Basta fare una passeggiata nella centralissima Via Plinio oppure in Via Principessa Margherita (vedi foto) per scoprire di quanto sia diffusa tale pratica, che dovrebbe, invece, essere vietata dal regolamento comunale, così come accade in altri comuni italiani. In un paese in cui l'amministrazione comunale professa l'amore per il verde, organizzando, tra l'altro, annualmente la "rassegna del verde", ci si aspetterebbe maggior rispetto verso la flora. Purtroppo, si ricorre a questa pratica nell'erronea convinzione di rendere gli alberi più sicuri. Niente di più sbagliato.
E' sconsigliabile- Se lo scopo è di contenere le dimensioni dell'albero, la capitozzatura non funziona. Un albero, dopo la capitozzatura, aumenta il tasso di crescita, nel tentativo di rimpiazzare rapidamente la superficie fogliare perduta, necessaria per fornire nutrimento al fusto ed alle radici. E non rallenterà la crescita fino a quando non avrà raggiunto più o meno la stessa grandezza antecedente la capitozzatura, ossia pochi anni! 
E' costosa- Un albero capitozzato deve essere "fatto e rifatto" dopo pochi anni. Ogni volta, infatti, che una branca viene tagliata, crescono rapidamente numerosi germogli lunghi e magri per rimpiazzarla. Questi, poi, dovranno venire tagliati e ritagliati, ma ricresceranno sempre l'anno successivo, rendendo il lavoro esponenzialmente più difficile. Un albero potato correttamente resta, invece, "a posto" a lungo, perché dopo la potatura non è stimolato ad una massiccia ricrescita. La potatura corretta esalta la salute e la bellezza dell'albero e, nel lungo termine, risulta essere molto meno costosa. 
E' brutta- La capitozzatura, senza troppi giri di parole, è orrenda! Branche e rami appena tagliati ricordano moncherini di gambe o braccia amputate. La successiva ricrescita, in primavera, di succhioni dritti, intricati, brutti, rendono l'albero simile alla scopa della strega. La naturale bellezza della chioma di un albero dipende dall'ininterrotto assottigliarsi, dal tronco fino ai rametti più fini e delicati, e dal regolare dividersi di branche e rami. La capitozzatura distrugge la silhouette invernale dell'albero e anche se, dopo anni, l'albero riuscirà a ristabilirsi, non sarà comunque lo stesso di prima. 
E' pericolosa- La capitozzatura è il danno più serio che si possa infliggere ad un albero. Secondo quanto sostiene Alex Shigo, noto scienziato ed "inventore" della moderna arboricoltura, pesanti e ripetute capitozzature possono generare colonne interne di legno cariato, il cui malefico effetto si manifesterà solo anni dopo, in coincidenza con periodi siccitosi o altri stress. La salute dell'albero, in alcuni casi, è talmente compromessa da non lasciargli la forza necessaria a riprendersi.  

7 commenti:

  1. A compendio del post precisiamo che gli interventi di capitozzatura eseguiti in via Margherita ed in via degli Astronauti sono stati richiesti dalla stessa Amministrazione Comunale con "Determina N.45 R.G. del 12 febbraio 2012".

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  2. Salve, ritenevo che la capitozzatura tutto sommato potesse andare, pensavo infatti che la pianta si rigenerasse in fretta e nel frattempo ci fosse maggiore pulizia. Tuttavia apprendo solo ora la teoria di Alex Shigo. Immagino che l'alternativa alla capitozzatura siano più frequenti e costose potature. Del resto con tutto il verde che c'è, per fortuna, qui a San Sebastiano, gli interventi di sistemazione dovrebbero essere continui e ben cadenzati nel tempo. Invece, haimè, sembra ci siano sempre problemi economici.
    Cmq. tempo fa decisi di vivere qui proprio per la ricchezza di verde urbano, non potrei dire lo stesso per la sua manutenzione.

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    1. Al contrario, la potatura è meno costosa della capitozzatura. E'vero che deve essere eseguita con maggiore frequenza, in periodo cadenzati, ma fondamentalmente si tratta di "acconciare" la chioma della pianta, senza stravolgerne la forma. Ciò si traduce in un minor dispendio di uomini e mezzi ad albero. Basti solo pensare all'enorme quantità di legna da accatastare e portare via.
      Proprio per il fatto, poi, che la pianta capitozzata cresce rapidamente, nel tentativo di recuperare la superficie fogliare perduta, rende tale pratica altamente sconsigliabile.
      Purtroppo, San Sebastiano ha visto diminuire, negli ultimi anni, il proprio verde urbano (vero e proprio polmone urbano). E'sufficiente passeggiare in una qualsiasi strada per rendersi conto che le piante secche e/o abbattute sono tante e quasi mai rimpiazzate da nuove specie.

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    2. Purtroppo non posso che concordare. La riduzione del verde pubblico è palese. Molti sono i pini che ho visto negli anni abbattere. Ma impiantare pini nel centro urbano, a ridosso di abitazioni e marcpiapiedi, è stato un grave errore del passato. Ho visto, in alcuni comuni vicini, già alcune piante invase dalla processionaria. Spero che qui si sia intervenuti con un'opportuna prevenzione.

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    3. E'stato un errore macroscopico mettere a dimora i pini domestici a ridosso delle abitazioni. All'epoca bisognava fare scelte più oculate ed optare per piante più adatte al nostro tessuto urbano.
      Adesso bisogna trovare la soluzione migliore per limitare i danni, magari istituendo una tavola rotonda tra cittadini e istituzioni per un giusto confronto.

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  3. Permettetemi di essere un pò scettico a riguardo. Qui o le decisioni non vengono mai prese oppure di certo i cittadini sono all'ultimo livello del confronto.
    Sta di fatto che alcune zone del Paese sono rovinate ed in altre chi ha potuto ha fatto da se.

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    1. Un albero non appartiene al singolo, ma alla collettività. Il fai da te va condannato sempre e comunque! Il poco rispetto per il verde è una costante nel nostro paese. Ne è un triste esempio Via Leonardo Da Vinci, dove in pochi anni sono stati avvelenati numerosi pini (oltre una decina).
      Per approfondimenti, dai un'occhiata a quest'articolo pubblicato nel mese di luglio dello scorso anno http://sansebastianonews.blogspot.it/2012/07/via-leonardo-da-vinci-la-strage.html

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