Venerdì 7 settembre si è tenuta, presso la facoltà di Agraria di Portici la
convention del Movimento “Cittadini per il Parco”. In una sala gremita, gli ospiti presenti,
hanno discusso della salvaguardia del nostro patrimonio ambientale e culturale.
Dopo i saluti di rito del Preside della Facoltà, Paolo Masi, la parola passa al portavoce del movimento organizzatore, Giovanni Marino, imprenditore agricolo. Marino legge un comunicato del movimento che subito accende i riflettori sull’Ente Parco del Vesuvio, collettore e portavoce, nelle intenzioni originarie, delle esigenze dei 13 comuni rappresentati. L’accento è posto sulla “Comunità del Parco”, mai veramente nata – denuncia Marino - a causa della litigiosità delle amministrazioni: “Cittadini per il Parco cercherà di fare quello che la politica non ha voluto o saputo fare, cercherà di creare la Comunità del Parco dal basso”. In ballo ci sono anche i progetti PIRAP che, ad una prima analisi dei CpP, sembrano destinati al miglioramento della viabilità ed al rifacimento di strade urbane e rurali e non ad un organico programma di qualifica e sviluppo dell’area del Parco.
Prende la parola l’archeologo Salvatore Settis, il suo discorso è sintetizzato in una frase: “La tutela dell’ambienta e la tutela dei diritti umani sono la stessa cosa”.
Carlo Petrini, fondatore di “Slow Food Italia” evidenzia la necessità di un nuovo paradigma. In sintesi ritiene necessario, per uscire dalla difficile situazione economica in cui versa il Paese, ritornare all’agricoltura ed all’artigianato innescando, allo stesso tempo, una nuova cultura del risparmio al fine di evitare gli inutili sprechi.
Dopo i saluti di rito del Preside della Facoltà, Paolo Masi, la parola passa al portavoce del movimento organizzatore, Giovanni Marino, imprenditore agricolo. Marino legge un comunicato del movimento che subito accende i riflettori sull’Ente Parco del Vesuvio, collettore e portavoce, nelle intenzioni originarie, delle esigenze dei 13 comuni rappresentati. L’accento è posto sulla “Comunità del Parco”, mai veramente nata – denuncia Marino - a causa della litigiosità delle amministrazioni: “Cittadini per il Parco cercherà di fare quello che la politica non ha voluto o saputo fare, cercherà di creare la Comunità del Parco dal basso”. In ballo ci sono anche i progetti PIRAP che, ad una prima analisi dei CpP, sembrano destinati al miglioramento della viabilità ed al rifacimento di strade urbane e rurali e non ad un organico programma di qualifica e sviluppo dell’area del Parco.
Prende la parola l’archeologo Salvatore Settis, il suo discorso è sintetizzato in una frase: “La tutela dell’ambienta e la tutela dei diritti umani sono la stessa cosa”.
Carlo Petrini, fondatore di “Slow Food Italia” evidenzia la necessità di un nuovo paradigma. In sintesi ritiene necessario, per uscire dalla difficile situazione economica in cui versa il Paese, ritornare all’agricoltura ed all’artigianato innescando, allo stesso tempo, una nuova cultura del risparmio al fine di evitare gli inutili sprechi.
A riportarci alle specifiche questioni
locali ci pensano tre rappresentati di altrettante associazioni operanti sul territorio.
Gli attivisti campani del “Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio” rivendicano
l’incostituzionalità della legge regionale che riguarda la tutela e la salvaguardia
del paesaggio. Il comitato “In Città c’è Movimento” di Sorrento, chiedendo
solidarietà ai vesuviani, lamenta dell’aggressione inaudita subita dal loro
territorio "devastato da boxlandia”, così è definita la “moda speculativa” di
realizzare box auto al posto degli agrumeti. Un ultimo intervento pone
l’accento sulla problematica di Terzigno ed allo stesso tempo elogia la
mobilitazione della cittadinanza contro la tristemente famosa discarica. "Il
Parco del Vesuvio non può essere un luogo di discariche per l’inefficienza
degli amministratori e della politica", questo il messaggio lanciato, pienamente
condiviso da Ugo Leone, Presidente dell’ Ente Parco. La tutela e la salvaguardia
del territorio si intrecciano inoltre con le preoccupazioni di chi del Vesuvio
vede i potenziali rischi. Manca la presa di coscienza delle popolazioni alla
pendici del vulcano che spesso ignorano la sua pericolosità e soprattutto un
piano di evacuazione, degno di questo nome, supportato da mezzi ed
esercitazioni.
Dal dibattito emerge un’esigenza comune: tutte le realtà territoriali reclamano la necessità di un maggiore dialogo e di una maggiore rappresentatività a livello istituzionale. Le forze in campo sono tante, ed è necessario che comincino davvero a cooperare superando la logica spesso individualistica da cui sono ispirate. E’ una sfida di certo non facile, ma l’obiettivo è nobile, c’è in gioco in destino del Parco del Vesuvio insieme a quello di intere generazioni di giovani che in esso potrebbero maturare attività ed interessi.
Dal dibattito emerge un’esigenza comune: tutte le realtà territoriali reclamano la necessità di un maggiore dialogo e di una maggiore rappresentatività a livello istituzionale. Le forze in campo sono tante, ed è necessario che comincino davvero a cooperare superando la logica spesso individualistica da cui sono ispirate. E’ una sfida di certo non facile, ma l’obiettivo è nobile, c’è in gioco in destino del Parco del Vesuvio insieme a quello di intere generazioni di giovani che in esso potrebbero maturare attività ed interessi.
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