mercoledì 2 gennaio 2013

Ampliata la Zona Rossa, da 18 a 25 Comuni

Il Vesuvio è considerato uno dei vulcani più pericolosi al mondo. A giustificare il triste primato la forte urbanizzazione presente alle sue pendici che conta 500.000 persone.
Per coordinare le attività connesse ad una potenziale evaquazione dell'area, la Protezione Civile ha redatto un Piano di Emergenza Nazionale. Tale piano prevede azioni differenziate a seconda della posizione geografica dei territori coinvolti rispetto al complesso Somma-Vesuvio ed al livello di pericolosità previsto. Su tali basi sono state individuate diverse zone: rossa, gialla e blu.
La zona rossa, che è quella più prossima al complesso vulcanico, comprende ad oggi 18 comuni: Boscoreale, 
Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Massa di Somma, Pollena Trocchia, Pompei, Portici, Ottaviano, San Giorgio a Cremano, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Sant'Anastasia, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco e Trecase. Tali paesi rientrano nei limiti della legge n°21 del 2003 che ne definisce le norme urbanistiche. 
A partire dal 2013 a questi 18 comuni se ne aggiungeranno altri 7 passando così a 25.
Nola, Palma Campania, Poggiomarino, 
Pomigliano D'Arco, San Gennaro Vesuviano, Scafati (unico comune in Provincia di Salerno)  e Napoli con le municipalità di Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio si sommeranno all'elenco dei paesi a più alto rischio vulcanico.
Un atto dovuto considerando che già in passato la definizione della zona rossa aveva suscitato qualche polemica. A far discutere il fatto che tale area non fosse stata definita su base radiale, partendo dal cratere del Vesuvio, ma solo sulla base dei confini territoriali. Ciò portava ad escludere dall'area rossa interi territori dominati dal Vulcano ed a rischio di invasioni piroclastiche, mettendoli anche al riparo dalle stringenti norme urbanistiche.
<<Una misua preventiva che non deve creare allarmismo>> sottolinea l'Assessore regionale alla Protezione Civile Edoardo Cosenza.

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